CAGLIARI. Cagliaritani sempre più poveri. Diminuiscono i giovani. E quelli che rimangono in città sono laureati e disoccupati. Quindicimila hanno utilizzato gli oltre cinquanta servizi Caritas, oltre 90mila i pasti forniti ai bisognosi. E chi ha più bisogno è italiano, il 74 per cento, tra le altre nazionalità prevale, seppure di poco, la Nigeria, seguono Marocco e il Senegal. Nel passato invece si contavano più rumeni che oggi si trovano al quarto posto.
Sono persone di mezza età, tra i 24 e i 54 anni (circa il 50 per cento), giovani tra i 15 e i 24 anni (l’8,3 per cento) e il 9 per cento è rappresentato da ultrà 65enni. Molti i celibi e le nubili (38,8 per cento), poco di meno i coniugati (38,5 per cento), mentre i divorziati e i separati sono il 14 per cento. È ciò che emerge dal centro studi della Caritas Diocesana di Cagliari che per il 2019 ha scelto come titolo “Tutela del reato e della pace, tra l’urgenza dell’educare e del lavoro” presentato oggi al Comune di Cagliari. Nel dettaglio i dati che emergono sono preoccupanti. Negli ultimi due anni Cagliari ha perso 14mila abitanti, quelli che rimangono non fanno figli. Il tasso di fecondità indica un valore di 1,02, ancora più basso rispetto a quello del 2017. I giovani scappano, in un anno, tra il 2017 e il 2018 in 13mila hanno lasciato Cagliari. E chi ha deciso di rimanere, soprattutto i più giovani (tra i 15 e i 29 anni), non ha un’occupazione. Rispetto al 2010 sono 9mila in meno gli occupati, oggi se ne contano 23mila. Quelli disoccupati laureati sono aumentati di 6mila unità, e in totale i disoccupati sono 105mila.
“Dobbiamo riuscire a collaborare insieme per offrire sempre più opportunità a quelle persone che si sono trovate in difficoltà”, ha detto il sindaco Paolo Truzzu commentando i dati che emergono dal dossier Caritas, “è necessario tendere una mano di aiuto nella speranza che questi soggetti siano coloro che poi superano la difficoltà, l’obiettivo comune deve essere quello di avere una città sempre più bella e solidale”. “Occorrerebbe un nuovo processo di sviluppo”, ha detto Franco Manca che ha curato l’ufficio studi, “soprattutto una forte coesione dei soggetti che fino a questo momento non si è vista”. Secondo Don Marco Lai, direttore della Caritas:”Le potenzialità ci sono, bisogna creare un sistema che finalizzi meglio la formazione e che sostenga tutte le intraprese”.