CAGLIARI. Gli utenti protestano: consegne in ritardo e scarsa qualità. L'azienda replica: ci stiamo assestando, a breve saremo a regime e sarà necessario abituarsi alla nuova tipologia, ma il servizio è garantito. In Sardegna scoppia il caso panni per incontinenti. Problemi e proteste si sono sollevati col passaggio dal vecchio al nuovo sistema voluto dall'Ats, l'Azienda di tutela della salute. Prima pannolini e traverse, i cosiddetti ausili per incontinenti, venivano erogati dal servizio sanitario e ritirati in farmacia dai destinatari. Tutto filava liscio. Poi il cambio: consegna a domicilio, dopo che un'unica società, la Santex, si è aggiudicata la convenzione da 30 milioni di euro per la gestione del servizio. Otto lotti, che coprono tutta la Sardegna.
La partenza è sempre stata difficoltosa: i pazienti hanno lamentato, nella prima fase, ritardi nelle consegne. E quando si sono trovato il prodotto in casa tanti ne hanno contestato la qualità. Adesivi che si staccano, materiale plastico che fa sudare e scarsa resistenza sarebbero le maggiori pecche. Santex, dal canto suo, per bocca dell'ufficio marketing, replica che la fornitura rispetta tutti gli standard e che sarà solo necessario un periodo per fare l'abitudine. Intanto c'è chi fa video, per spiegare quali sono i disagi di chi è costretto a usufruire del servizio. E in Sardegna sono 40mila utenti.
"Nessuna class action contro i nuovi panni e il sistema di consegna?”, ce lo chiede un lettore affetto da una disabilità che lo costringe a utilizzare i nuovi panni incontinenti per qualche ora al giorno. Anche lui punta il dito contro la scarsa qualità del prodotto ma anche contro la violazione della privacy. “Sono molto fragili e scadenti, ci costringono a cambiare spesso il panno perché le linguette che dovrebbero farlo aderire si rompono facilmente, inoltre il panno non trattiene i liquidi biologici proprio a causa della scarsa aderenza”, spiega A. D. che ha anche deciso di mandarci un video dove cerca di far capire la differenza tra i nuovi panni e quelli precedenti, “inoltre il nuovo regime di fornitura a domicilio viola anche la privacy degli utenti. I pacchi che vengono consegnati, costringendo l’utente a rimanere a casa ad aspettare la scorta in un giorno prestabilito che non viene neanche rispettato, sono come quelli che si trovano nelle farmacie, non c’è neanche una scatola di cartone che copre il contenuto del pacco. E se l’utente che usufruisce del servizio non volesse far sapere ai suoi familiari o conviventi che ha un problema che lo costringe a utilizzare il panno?”.