CAGLIARI. Mancano ancora due anni alle regionali sarde ma nel panorama politico isolano qualcosa incomincia a muoversi. Il fronte su cui si registrano i movimenti più consistenti è quello indipendentista, con la proposta di costituzione di una ipotetica futura Répubblica de Sardigna presentata dal Partito dei Sardi: la bozza, approvata in Assemblea nazionale ad Arborea lo scorso 24 giugno a ridosso dei ballottaggi per le Comunali, è stata illustrata ieri in conferenza stampa dal presidente e dal segretario Paolo Maninchedda e Franciscu Sedda.
Anche gli altri partiti non restano a guardare. Nei giorni scorsi la "Coalizione civica e sardista" nata a maggio dalla convergenza parallela tra il partito di opposizione del Psd'Az e quello di maggioranza La Base - reduce da un'emorragia interna con la fuoriuscita di diversi suoi esponenti, confluiti nel neonato Campo progressista di Giuliano Pisapia - si è arricchita di un nuovo soggetto, l'Udc. Dopo l'incontro fra i rispettivi gruppi tenutosi il 1° agosto in Consiglio regionale, i tre segretari Christian Solinas (Psd'Az), Efisio Arbau (La Base) e Giorgio Oppi (Udc) hanno firmato una nota congiunta in cui annunciano "il progetto politico di costituire un gruppo consiliare unitario ed una coalizione civica-sardista-popolare che si candida a governare la Regione". "Un polo dell'autodeterminazione - si legge nel comunicato - con lo storico Partito sardo, un movimento civico ed il partito erede del popolarismo che intende evolversi in movimento identitario".
Fermi al palo restano Progres, Lib.e.r.u e Irs, privata da una sentenza del Consiglio di Stato dell’unico consigliere che era riuscita a mandare a via Roma dopo le ultime regionali, Gavino Sale, sostituito in corsa dal capogruppo PdS Gianfranco Congiu. A uscire volontariamente dalla stanza dei bottoni con le dimissioni dell'ex assessore all'Agricoltura Elisabetta Falchi i Rossomori, fino a otto mesi fa nelle file della maggioranza in Consiglio regionale. In stallo Meris, orfana del leader-fondatore Doddore Meloni, scomparso lo scorso 5 luglio dopo un lungo sciopero della fame nel carcere di Uta, mentre sullo sfondo resta Sardos, il nuovo progetto "culturale" lanciato un mese fa da Alberto Filippini e Anthony Muroni.
L'eterna promessa del fronte indipendentista resta il vero terzo polo della politica isolana. Un fronte composito e frastagliato che - ricompattato - potrebbe valere percentuali a doppia cifra, anche se la cronaca politica insegna che - per citare il Principe De Curtis - non sempre "la somma fa il totale".