BONIFACIO. “Non tornerò mai più a Cagliari, verrò in Sardegna ogni tanto in vacanza ma non investirò più neanche un euro”. Si chiude così, con il rammarico per un amore bruscamente interrotto, la lunga intervista concessa a Franco Ligas per YouTg.net in esclusiva da Massimo Cellino, in questi giorni in giro per la Corsica in barca. L’ex presidente rossoblù, che nei giorni scorsi ha chiuso l’acquisto del Brescia e torna così nel calcio italiano che conta, ha parlato a ruota libera di passato, presente e futuro.
“Il Cagliari mi manca tantissimo. Oggi è una bella squadra – ha ironizzato - ci sono tanti giovani sardi vincenti. So che hanno comprato un giocatore nuovo, Andrea Cossu, è il futuro. Ma il Cagliari che avevo non tornerà più”. Vorrebbe ricomprarlo: “Neanche se mi danno soldi. Ho già visto quel film”. Comunque, “auguro al Cagliari di rimanere a lungo in serie A. Tiferò sempre Cagliari ma non fatemi pensare al male che hanno fatto a questa terra. Non inquinavo abbastanza, forse", ironizza Cellino, con un riferimento volutamente malcelato all'attuale presidente del Cagliari Tommaso Giulini, proprietario della Fluorsid da mesi al centro di un'inchiesta giudiziaria per disastro ambientale.
Tra i ricordi amari della sua presidenza lo spareggio col Piacenza a Napoli il 15 giugno 1997 che condannò il Cagliari alla serie B: “Una schifezza. Non hanno fatto l’antidoping in quella partita. I nostri tifosi vennero con la Tirrenia da Cagliari, il grande sindaco Mariano Delogu caricò i pullman di Cagliari nelle navi perché quello di Napoli (Antonio Bassolino, ndR) non ce li mise a disposizione, i tifosi partenopei ci riempirono di pietre e da allora nacque il malumore tra cagliaritani e napoletani. Ma i nostri tifosi hanno piena ragione, erano stati picchiati e bastonati”.
Poi ancora Qualche stoccata anche al successore, Tommaso Giulini: “Ditemi in tre anni un solo calciatore venduto e comprato da lui, non ce n’è uno. Ha venduto tutti quelli che ha trovato: Murru, Del Fabro, e tra un po’ anche Barella che è un altro di quei giocatori che avevo io. Noi invece, con Matteoli, avevamo scelto di seguire una politica tutto sarda, perché è sbagliato staccare i ragazzi dalla famiglia. Non per sardismo ma per una logica di appartenenza, di insularità”.
Il Brescia? “Un’azienda potenzialmente sana. Come scoprire una miniera abbandonata da cui si possono estrarre ancora ottimi diamanti”. Costruirà uno stadio lì? “Per avere una società di calcio bisogna avere prima uno stadio poi la squadra. Brescia ha un immondezzaio, come ce l’aveva e come ce l’ha Cagliari. Ma non parliamo di Cagliari, altrimenti mi arrestano di nuovo”.
Ecco l'intervista e il commento degli opinionisti.