CAGLIARI. "Il georadar in aree archeologiche è una grande truffa". Un commento, comparso sul web martedì e passato inizialmente inosservato, scritto dal profilo Facebook del "Segretariato regionale per il ministero dei Beni culturali in Sardegna" (QUI LA NOTIZIA). Un'accusa chiara e diretta che però ha portato a un dubbio: si trattava di un errore di qualcuno che ha accesso alla pagina o è la posizione ufficiale degli uffici sardi del ministero?
La risposta è arrivata oggi: "Teniamo a precisare che si tratta di un’opinione personale di una funzionaria del Segretariato, e che per errore è stata pubblicata con l’account ufficiale. Pertanto tale commento, sebbene uscito con l’account Mibac Sardegna, non rappresenta in alcun modo una posizione ufficiale del Segretariato Regionale"
Poi si legge ancora: "In merito all’utilizzo del georadar in ambito archeologico, peraltro ampiamente diffuso anche negli scavi diretti dagli uffici ministeriali, questo ufficio non ha alcun pregiudizio, si tratta infatti di valutazioni di carattere scientifico che possono variare in base alle condizioni in cui ci si trova ad operare. Ci scusiamo ancora per il malinteso".
Il commento era indirizzato contro il professor Gaetano Ranieri, già professore Ordinario di Geofisica Applicata della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari. Nei giorni scorsi il professore aveva pubblicato i risultati degli studi condotti con il georadar nell'area di Mont'e Prama. Secondo lui una megalopoli che si estenderebbe e per oltre 16 chilometri, sarebbe nascosta sotto la superficie dell'area del Sinis. Risultati che sono stati considerati una grande truffa. O almeno così li considerava "una funzionaria del segretariato".
"Georadar grande truffa", lo scivolone ministeriale: "Opinione di una funzionaria, errore pubblicarla"
- Maurizio Pilloni
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