CAGLIARI. L'accordo sul prezzo del latte viola le regole del mercato ma è stato raggiunto in una situazione così particolare che si può chiudere un occhio. Così, l'Antitrust, si esprime sul patto tra produttori e industriali – quasi obbligati dai ministeri dell'Interno e delle Politiche agricole – che a marzo in prefettura a Sassari ha posto fine alla guerra che aveva surriscaldato la Sardegna nel mese precedente, con i pastori che avevano buttato migliaia di litri in tutte le strade dell'Isola per ottenere un prezzo congruo per il frutto del loro duro lavoro.
La decisione è stata pubblicata dell'autorità garante per le concorrenza e del mercato che, però, non si limita ad analizzare la griglia finalizzata al raggiungimento dell'agognato euro al litro e la soglia minima per il prezzo del pecorino romano, che non può essere venduto a meno di 6 euro al chilo. L'Antitrust guarda avanti e suggerisce alcuni interventi sulla filiera per evitare che il mercato ricrei quelle condizioni per le quali le campagne ricomincerebbero a ribollire. E nessuno sa come andrebbe a finire.
I pastori devono entrare dentro il Consorzio di tutela del pecorino romano Dop: questo dice l'authority. Nello specifico il Garante sottolinea che “Le imprese di allevamento potrebbero essere utilmente coinvolte nella pianificazione dell’offerta del pecorino romano DOP, attraverso un ripensamento delle previsioni del Piano di regolazione adottato dal Consorzio di tutela. Sottolinea ancora l'Antitrust che esiste “un’esigenza di monitorare costantemente il rispetto della rappresentatività della componente agricola nell’ambito delle decisioni assunte dal Consorzio, con riferimento sia agli obiettivi produttivi individuati sia alle concrete modalità con cui i Piani di Regolazione vengono attuati ed applicati”.
Insomma: i pastori devono avere voce in capitolo sulla gestione della filiera e non devono solo prendere atto delle decisioni assunte da altri. I loro rappresentanti lo chiedono da tempo. Ma, intanto, i tavoli si sono arenati. Così come i procedimenti per la diversificazione degli sbocchi di mercato: la stragrande maggioranza del latte prodotto in Sardegna viene utilizzato per produrre pecorino romano. E se s'incaglia questo, scende il prezzo a cascata, fino agli ovili. E si torna al punto di partenza.
L'Antitrust: "Prezzo del latte, accordo ok ma date peso ai pastori nel Consorzio"
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