CAGLIARI. "Da questa crisi gli industriali escono sempre indenni e a noi invece restano solo le mazzate". Rabbia e perplessità. Sono i due sentimenti che oggi prevalgono sui pastori sardi, dopo la sentenza dell'Antistrust sul prezzo del latte (QUI LA NOTIZIA). Non ci sarà nessuna indagine sugli industriali e i trasformatori membri del Consorzio di tutela del pecorino romano. Il motivo? "Sono venuti meno i presupposti per incolparli" perché, in parole povere, subito dopo la rivolta si è trovato un accordo tra le parti. Per questo, tutto ciò che è successo prima non conta più (dice l'Antistrust). Verdetto che ha lasciato di stucco anche i portavoce della protesta Nenneddu Sanna e Gianuario Falchi, che ricordano di aver "firmato quell'accordo di marzo a Sassari per senso di responsabilità, non perché soddisfatti". E Sanna aggiunge: "Ci siamo seduti al tavolo perché dopo 40 anni non sapevamo ancora nulla delle dinamiche all'interno del consorzio e oggi non abbiamo nessuna certezza".