CAGLIARI. Contratti irregolari, talvolta totalmente assenti, più ore di lavoro rispetto a quelle previste senza alcun compenso economico. La categoria più disagiata? Quella femminile. È la fotografia di ciò che accade in Sardegna quando si parla di lavoro, in particolare di lavoro stagionale che soprattutto con la stagione estiva aumenta. La denuncia arriva da Caminera Noa e Unione Sindacale di Base che per il secondo anno mette a disposizione dei lavoratori il servizio “Telèfonu Ruju”, il numero è 0706848929, ma i lavoratori sfruttati, sottopagati o ancora con contratto inadeguato alle mansioni richieste, possono farsi avanti e denunciare la loro condizione di lavoro anche via Facebook attraverso la pagina telefonuruju o ancora via mail con un indirizzo dedicato per ogni provincia sarda (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per i lavoratori di cagliari, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per Olbia e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per chi arriva da Terralba-Oristano).
Quest’anno, per divulgare il servizio e contrastare lo sfruttamento, Usb e Caminera Noa, distribuiranno nei luoghi di lavoro dove si concentrano più dipendenti stagionali. “Siamo contenti che con la stagione estiva aumenta l’occupazione”, ha spiegato Enrico Rubiu dell’Usb, “ma i dati sono poco confortanti, esiste molto lavoro nero e sfruttamento, ad esempio in tutti i locali notturni sassaresi sono state riscontrate irregolarità, nel cagliaritano invece, la percentuale non si discosta molto, su 3500 controlli si sono riscontrate irregolarità nel 90 per cento dei casi nei mesi di fine maggio fino a settembre inoltrato”. Il sindacato ha fornito anche i dati: il 17,2 per cento dei lavoratori non ha un contratto regolare, ma il 51,7 per cento è disposto a lavorare anche senza contratto. Nel 43,7 per cento le ore di lavoro effettive non corrispondono a quelle previste, infatti il 92,7 per cento ha dichiarato di lavorare di più, nel 38,8 per cento senza una retribuzione che rispecchia il monte ore. Nel 33 per cento dei casi le donne hanno dichiarato che la maternità ha ostacolato la loro vita lavorativa, il 31,1 per cento ha anche subito molestie, e il 23,3 per cento ha detto che ha percepito che una gravidanza non sarebbe stata ben accetta dal loro datore di lavoro. I settori maggiormente predisposti verso il lavoro nero stagionale, secondo la denuncia del sindacato, sono: commercio, turismo e alberghiero e ristorazione.