CAGLIARI. «Non chiedo una reggia. Mi basta anche un buco, anche distrutto, diroccato. Ci penso io a metterlo a posto con le mie forze, non mi interessa. L’importante è che io possa salvarmi, uscire da questa situazione disastrosa. Non chiedo quattro stanze, mi basta il minimo». È davvero disperata Tiziana Saba, cagliaritana di 50 anni, invalida (con gravi problemi di salute, dalla leishmaniosi viscerale al diabete) e da tre giorni accampata nel parcheggio del mercato di via Quirra, a Cagliari.
Dopo essere stata ospite a casa di un’amica a Sant’Elia, da venerdì notte ha trasferito tutte le sue cose, scatole e buste, a Is Mirrionis. Dove vive dentro un gazebo, grazie alla solidarietà degli abitanti del quartiere e degli operatori del mercato, che hanno fatto a gara nei giorni scorsi per darle una mano.
Qualche cassa di frutta, acqua potabile e pasti caldi per lei e Tyson, il suo cagnolino di poco più di due anni. Che, nel dicembre 2015, le ha salvato la vita. «Abitavo in una casetta abusiva in via Santa Lucia, a Quartu. Evidentemente davo fastidio, perché hanno appiccato tre incendi. Nell’ultimo io e il cane eravamo in casa. Mi ha salvato il suo abbaiare, che mi ha svegliato: ho chiamato subito Carabinieri e Vigili del Fuoco, che per fortuna sono intervenuti subito. Se non fosse stato per Tyson, ora non sarei qui a raccontare», spiega la donna. Che vive con un sussidio di 250 euro al mese, insufficienti per pagare affitto e bollette.
La voce è rotta dalla commozione, dovuta anche alla solidarietà dimostrata da tanti residenti dei palazzi vicini: «Sono rimasta piacevolmente stupita dalla vicinanza di questa gente. È un quartiere di persone perbene, nonostante i problemi. Fanno a gara per aiutarmi, per esempio facendomi usare il loro bagno».
Il suo caso è stato segnalato dal deputato di Unidos Mauro Pili, che ha condiviso la foto del gazebo dove vive la cinquantenne sulla propria pagina Facebook. Un gazebo invece di un’abitazione, cui la donna avrebbe anche diritto per questioni di eredità. «Io sono un’erede, ma ci sono denunce e cause legali per cercare di risolvere il tutto. Spero di avere giustizia in tempo utile». Al momento, però, l’unica soluzione è vivere per strada. «Sono qui perché con la mia “amica” non era più possibile vivere. Meglio per strada che lì», spiega ancora. Alla Caritas non c’è posto e il fatto di essere ancora residente a Quartu – sebbene sia senza fissa dimora – le impedisce di accedere a misure apposite predisposte dal Comune di Cagliari. «Chiedo solo – conclude la cinquantenne – un tetto e un bagno. Chi può fare qualcosa la faccia, perché non so quanto potrò durare in queste condizioni».