CAGLIARI. Secondo le accuse una sua paziente lo aveva chiamato 36 volte, ma non lo aveva mai trovato in ufficio: quella sera ha tentato il suicidio, lanciandosi dalla finestra. Per la quinta volta. Un'altra aveva aggredito una dottoressa del reparto di Ginecologia del Santissima Trinità perché era convinta che volesse ucciderle la figlia: da tempo alla donna non venivano somministrati i farmaci, aveva problemi psichici ed era seguita da lui. Un altro, ancora, era sfuggito al Tso deciso perché, affetto da gravi problemi, viveva in un'immondezzaio: lui, che doveva firmare il trattamento sanitario obbligatorio, si era rifiutato. E, spesso, almeno secondo le ricostruzioni degli inquirenti, strisciava il badge in ufficio per poi andarsene in giro. Lui è lo psichiatra della Asl di Cagliari Enrico Loria, finito nel 2016 al centro di un'inchiesta condotta dal pm Marco Cocco.
Adesso annuncia su Facebook: "Cari amici, ho appena saputo che questa mattina sono stato rinviato a giudizio per i fatti accaduti nella Asl nel luglio 2015. Questo vuol dire che inizierà un processo a mio carico. La data della prima udienza è fissata per il 17 novembre". Ma il post non è finito: "Sono molto spaventato perché è una esperienza che non conosco e che ho difficoltà a capire e accettare. Però, come dico sempre a voi e come quindi devo dire a me stesso, i piani di Dio per la nostra crescita personale sono misteriosi. Entro quindi con fede in questo mistero e in questa prova e mi affido a Lui".
Il medico si affida quindi al Signore. Come faceva il Gruppo Sales: fedeli e pazienti che, sempre secondo la ricostruzione del pm, si riunivano negli spazi della Asl - quindi pubblici - sotto la guida di Loria per incontri di preghiera in silenzio e meditazione, circondati da ceri accesi. Dove non può la medicina, forse era la tesi, meglio affidarsi al soprannaturale. Una pratica irregolare, che era stata segnalata dai vertici del centro.