CAGLIARI. Nessun piano di rilancio per le attività fieristiche e problemi che si accumulano su tutti i fronti, all’interno di un’azienda già in grave sofferenza economica. La preoccupazione dei lavoratori del Centro servizi promozionali per le imprese, l’azienda speciale della Camera di Commercio che da circa un anno ha accorpato le attività della Fiera, cresce di continuo. Così la Uil Tucs torna sul piede di guerra contro i vertici dell’ente del Largo Carlo Felice: lo fa proclamando lo stato di agitazione dei dipendenti con sciopero, per rispondere a una situazione reputata ormai insostenibile. “La mobilitazione avviene in seguito a una mancata risposta della direzione circa i problemi esistenti in azienda e la totale mancanza di un piano industriale di rilancio”, spiega il rappresentante sindacale della Uil Tucs, Carlo Cocco, "non c’è stato alcun coinvolgimento sindacale nelle scelte operate dal direttore dell’azienda, Luca Camurri. Siamo preoccupati perché se manca il rilancio manca anche il ricavo economico e l’azienda non riuscirà a sostenersi da sola”.
Il buco annuale supera il milione di euro l’anno. Soldi che dovrebbe arrivare direttamente dalle tasche della Camera di Commercio. Che però non vuole più buttare soldi in un pozzo senza fondo che non produce utili. L'ultima improvvisata edizione dell'esposizione è stata un flop, nonostante i numeri dichiarati. Il destino è quello dell'abbandono, già in atto: i padiglioni cadono a pezzi, le manutenzioni non ci sono.
Così resta l'incertezza totale per i 29 dipendenti, quotidianamente in guerra con il segretario generale della Camera di Commercio Luca Camurri, che in viale Diaz è direttore: da lunedì 17 luglio nove di loro dovranno firmare la presenza nella sede della Camera, “nonostante non sia stata data alcuna comunicazione scritta ufficiale”, spiegano i dipendenti. Altri andranno a svolgere “corsi di formazione” nella sede del Largo Carlo Felice, così come comunicato ufficialmente alla cda dell’Azienda Speciale. Ma, in realtà, corrisponderebbero a vere e proprie mansioni per la Camera.
“Se, come allo stato attuale, non esiste un progetto industriale questa azienda a dicembre chiuderà per sempre. Non ci sono altri soldi”.