CAGLIARI. I bambini che sono stati feriti o uccisi dai bombardamenti in Yemen sono 6500. Quelli certificati, almeno. Nell'ultimo anni il 46% dei minori coinvolti è stato colpito durante bombardamenti aerei. A far piombare gli ordigni è il nemico Arabia Saudita e l'Italia è il terzo esportatore di armamenti verso questo Paese. E in questo caso Italia vuol dire Sardegna, Domusnovas, fabbrica delle bombe Rwm. Per questo Save The Children, alla vigilia del quarto anniversario del conflitto yemenita, chiede"con forza al ministero degli Affari esteri di fermare immediatamente la vendita di armi italiane utilizzate contro i bambini in Yemen". La petizione ha già trovato il favore di oltre 55mila firmatari.
"L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11 della Costituzione Italiana)", sottolineano da Save the Children, "Uccidere bambini in un conflitto è vietato dal diritto internazionale umanitario. La legge italiana sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento) proibisce l’esportazione verso paesi che violano i diritti umani. Per proteggere i bambini in conflitto è quindi necessario e urgente fermare l’esportazione, la fornitura e il trasferimento di armi e altro materiale militare alle parti in conflitto dove c’è il rischio che queste vengano utilizzate in attacchi illegali contro i bambini. Rapporti, foto e reportage realizzati in Yemen documentano che alcuni resti delle bombe esplose in zone civili, su case e villaggi in cui erano presenti famiglie con bambini, recavano il codice A4447 che riconduce ad una fabbrica di armi in Sardegna".
A Domusnovas, invece, è in corso la procedura per il raddoppio dello stabilimento, che permetterà di avere una produzione triplicata di armamenti.