CAGLIARI. Oggi è morto un giovane sardo in lista d'attesa per un trapianto di fegato e rene: non c'erano organi. Sfortuna? Il destino? Certamente c'è lo zampino del fato. Ma non solo. Perché qualcosa (molto più di qualcosa) non sta funzionando in un settore così delicato della sanità sarda: quella di oggi è la settima vita interrotta nel 2018 durante l'attesa della chiamata che poteva salvarla. Un numero troppo alto, soprattutto se si fa il confronto con gli anni passati.
E i conti li fa l'associazione Prometeo di Pino Argiolas, con una nota "che abbiamo quasi vergogna a scrivere, ma purtroppo non possiamo negare l'evidenza". Sono i numeri dei trapianti a essere bassi: 24 di rene, 1 di cuore, 19 di fegato, 2 di pancreas, per un totale di 46. "Ricordiamo che i trapianti sono stati 62 del 2017 e 98 del 2016". Morti in lista? "Nessuno". Nel 2015 invece erano stati effettuati 52 interventi, con tre morti in lista.
"Il 2018 è l'anno nero", prosegue la comunicazione. Che sottolinea anche la rabbia: "Siamo stanchi di richiedere la piena operatività del coordinatore del centro regionale trapianti, per il quale pare che ora manchi solo il contratto di assunzione. Facciamo appello all'assessore alla Sanità Luigi Arru e al suo direttore generale Giuseppe Secchi affinché questo adempimento burocratico possa essere superato con celerità". Alla giuda del centro a metà ottobre era stato nominato Vincenzo D'Antonio: c'è il decreto assessoriale. Rimasto finora un pezzo di carta.
Cagliari, giovane muore in attesa di trapianto: "Il settimo, 2018 anno nero"
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