CAGLIARI. Il messaggio ai magistrati cagliaritani è: nel dubbio, archiviate le inchieste penali. Il tribunale di Cagliari è soffocato dai processi e molti – stando alle statistiche del 2016 – si chiudono con un’assoluzione per l’imputato. Per questo l’ex procuratore Gilberto Ganassi ha diramato una circolare tra i pm: portate avanti solo le indagini che hanno buona probabilità di finire con una condanna all’esito del giudizio.
Il provvedimento firmato dal procuratore aggiunto risale a marzo, ad aprile è stato comunicato all’Ordine degli avvocati. Intanto a capo della Procura cagliaritana è arrivata Maria Alessandra Pelagatti ma la circolare di Ganassi continua a sortire i suoi effetti. Creando qualche malcontento tra gli avvocati. Perché non ci sono solo i procedimenti per reati contro la pubblica amministrazione, altre ruberie o spaccio. C’è anche l’altissima incidenza dei processi scaturiti da querele e denunce: sono queste a intasare le aule. E tra vedere e non vedere, il pm deve archiviare.
Ganassi nella circolare richiamava due interpretazioni del principio dell’obbligatorietà dell’azione penale. Secondo la prima “l’archiviazione deve essere richiesta solo nei casi di inequivoca infondatezza della notizia di reato”. Ossia quando è chiaro, senza ombra di dubbio, che il processo non andrà da nessuna parte. Secondo un’altra tesi c’è “idoneità a sostenere l’accusa in giudizio solo quando gli elementi acquisiti fanno ragionevolmente prevedere che all’esito del giudizio verrà confermata la responsabilità penale dell’imputato”. Il pm quindi deve cercare di capire se l’azione penale porterà con molta probabilità a una condanna, sulla base degli elementi raccolti durante le indagini. Sennò, se quindi ha qualche dubbio, la bilancia della giustizia deve pendere verso l’archiviazione. Il procuratore consigliava così di presentare “richiesta di archiviazione anche nei casi di insufficienza o contraddittorietà della prova non superabili in giudizio”. Fatte salve, è l’inciso, “le specifiche particolarità di ogni singola vicenda”.