GENOVA. Il governo fa una mezza retromarcia sulla revoca della concessione ad Autostrade. Se subito dopo il crollo del ponte Morandi, un fronte compatto (dal ministro Toninelli ai due vicepremier fino al presidente del Consiglio) aveva anticipato misure immediate per stracciare tutti i contratti in essere, ora c'è chi frena e chi invece tira dritto.
"Stiamo lavorando con gli avvocati e va rivisto tutto il sistema delle concessioni". ha spiegato Matteo Salvini in un'intervista al Corriere della Sera, "c'è chi ha fatto soldi a palate e mentre registra a bilancio miliardi di utile rivede al ribasso le cifre per la sicurezza. Ma non è questo il momento di parlare di rescissioni di convezioni o di contratti, faremo il punto nel governo la settimana prossima, prima vediamo cosa succede". Piuttosto, il leader leghista spera che Atlantia, la holding che controlla Autostrade, metta a disposizione una ingente somma "per le vittime, per la ricostruzione, per la messa in sicurezza". Concetto che poi ha espresso anche su Twitter: "Stiamo facendo di tutto perché Autostrade apra il portafogli per aiutare i parenti delle vittime, le persone coinvolte, gli sfollati e la città".
Ma l'altro vicepremier. Luigi Di Maio, non molla e insiste: "La nostra intenzione è revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia", ha detto ieri davanti alle telecamere di "In Onda". "Chi non vuole revocare le concessioni ad Autostrade deve passare sul mio cadavere. C'è una volontà politica chiara".
Revoca delle concessioni ad Autostrade, Salvini frena ma Di Maio insiste
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