QUARTU. Il mercato civico di Quartu è stato chiuso ingiustificatamente. Lo dice Abbanoa, dopo il sopralluogo effettuato questa mattina nella struttura per verificare il sistema di scarico, che, secondo i controlli del Noe (nucleo operativo ecologico dei carabinieri) era sprovvisto di autorizzazione. La regolarizzazione sarebbe dovuta avvenire entro il 25 settembre, ma il Comune aveva inviato un'ordinanza in cui si richiedeva agli operatori di sgomberare i box entro il fine settimana: da lì la decisione degli operatori di occupare la struttura, per protesta. In realtà, secondo Abbanoa, l'impianto delle acque non è industriale ma "assimilabile agli impianti domestici" e per questo necessita solo di un sistema di grigliatura e non di un trattamento biologico. "Per questo l'ordinanza di imposizione della chiusura del mercato era totalmente ingiustificata e non necessaria", denunciano gli operatori del mercato, che ora hanno tutte le prove per presentare ricorso al Tar.
Così questa mattina il consorzio ha chiesto al Tar la revoca immediata dell'ordinanza e il risarcimento dei danni per i giorni di lavoro persi. Gli ingegneri di Abbanoa hanno infatti rilevato che "considerata anche che la quantità di refluo prodotto dall'attività di vendita del mercato, nonché dagli annessi servizi igienici, non supera i 5 mc/giorno, la normativa vigente non obbliga il titolare dell'attività a dotarsi di depuratore biologico. I reflui sono considerati "assimilabili ai domestici" e come tali non necessitano di trattamento biologico, ma esclusivamente di trattamento meccanico (sistema di grigliatura)". Insomma, un pasticcio senza via d'uscita che si sarebbe potuto risolvere già da tempo: dall'avviso del Noe all'ordinanza di chiusura, infatti, il Comune non ha provveduto ad effettuare i controlli necessari, e il risultato è stato quello di un'ordinanza che, probabilmente, non aveva ragione di esistere. Questa sera il consiglio comunale si riunirà e, oltre al ricorso presentato al Tar, dovrà fare i conti con un esposto in procura, presentato dal consorzio, per valutare se ricorrono i presupposti dell'abuso d'ufficio.