CAGLIARI. Una fuga avventurosa nei campi, i cui dettagli sono ancora avvolti nel mistero, dal carcere minorile di Quartucciu alla chiesa della Santissima Vergine degli Angeli, parrocchia di Maracalagonis, dove è stato trovato, assorto in preghiera, dai Carabinieri della compagnia di Quartu, diretti dal capitano Raffaele Cossu. È durata qualche ora la fuga di Paolo Enrico Pinna evaso ieri dal carcere minorile di Quartucciu e subito ripreso. Il diciannovenne di Nule era stato condannato lo scorso 6 aprile a 20 anni di reclusione dal Tribunale minorile di Sassari per il duplice omicidio di Gianluca Monni e Stefano Masala del 7 e 8 maggio 2015. All'epoca dei fatti, Pinna era minorenne. Sulle sue tracce erano state mobilitate le forze dell'ordine, che hanno istituito diversi posti di blocco nella zona. La caccia all'uomo ha coinvolto oltre 20 pattuglie dei carabinieri del Comando provinciale di Cagliari e un elicottero del nucleo di Elmas. La cattura è avvenuta intorno alle 18:30. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il giovane avrebbe scavalcato il muro di cinta del penitenziario utilizzando una scala e, una volta fuggito, avrebbe aggredito un pastore sottraendogli il cellulare. Quest'ultimo avrebbe poi avvisato i Carabinieri, che sarebbero riusciti a risalire alla posizione del giovane incrociando il segnale del cellulare rubato poco prima, che rimandava a Maracalagonis. Pinna avrebbe poi tentato di rubare il trattore della vittima, senza però riuscirci. Stando alle prime indiscrezioni, sarebbe riuscito a raggiungere Maracalagonis grazie al passaggio di un automobilista.
Nel corso della conferenza stampa nella sede del Comando provinciale dei Carabinieri, in via Nuoro a Cagliari, sono emersi maggiori dettagli. Il Comandante provinciale dei Carabinieri di Cagliari, Luca Mennitti, spiega: "Ci siamo subito resi conto del calibro del fuggitivo, che non può definirsi un detenuto qualunque. Il dispositivo delle ricerche si è sviluppato su tre livelli. Il primo composto dal carcere di Quartucciu con il comando della Compagnia di Quartu e il Nucleo operativo Radiomobile. Il secondo coordinato con la centrale operativa e tutte le compagnie limitrofe con un raggio di 30 chilometri su tutte le strade principali (le statali 554 e 387) e secondarie per cercare di bloccare eventuali fiancheggiatori ed evitare che Pinna provasse a rientrare verso nord. Il terzo, d'intesa con Nuoro e Sassari, nell'area di Nule e nelle zone limitrofe per cercare di capire se parenti o amici stessero agendo come fiancheggiatori fornendo aiuto anche a distanza. Tutto questo lavoro è stato svolto lavorando con le squadre sul territorio, coadiuvate da un elicottero e due equipaggi dello squadrone Cacciatori di Sardegna".
"Fondamentale - spiega Mennitti - la testimonianza del pastore aggredito e del figlio, con cui Pinna ha avuto una colluttazione nel tentativo di provare a fuggire a bordo del loro trattore. Il fuggitivo si è poi diretto verso Maracalagonis, dove è stato ritrovato all'interno di una chiesa. Grande merito - conclude il Comandante provinciale - va al Nucleo Radiomobile di Quartu che ha seguito passo dopo passo le tracce lasciate da Pinna sulla base delle informazioni fornite dalla Polizia penitenziaria".
A illustrare nel dettaglio le operazioni di cattura interviene il Capitano Raffaele Cossu che ha diretto le operazioni portate a termine dalla Compagnia dei carabinieri di Quartu: "Il soggetto è evaso intorno alle 15:30 dal carcere, dove lavorava nella lavanderia gestita da una impresa civile. Vicino il locale della lavanderia c'era una scala a pioli che gli ha consentito di scavalcare il muro di cinta alto 10 metri. Non si sapeva se Pinna avesse agganci all'esterno del penitenziario, ma ci siamo mossi immediatamente in zona per neutralizzarli. Dopo circa due chilometri Pinna ha cercato di rubare un trattore e ha avuto una colluttazione con un agricoltore, che è riuscito a recuperre il mezzo poco dopo. Non è certo che il fuggitivo abbia effettivamente sottratto il cellulare dell'agricoltore, dal momento che non ne è stata trovata traccia, tuttavia un controllo tramite la Wind è stato effettuato. L'accusa per Pinna resta dunque quella di evasione e tentata rapina".
"L'allevatore - spiega Cossu - ci ha fornito i dettagli sull'abbigliamento del giovane confermandoci il fatto che si stesse muovendo a piedi". "In base alle informazioni ricevute - ha proseguito il tenente Pasquale Pinnelli del Nucleo Radiomobile di Quartu - ci siamo diretti nella chiesa della Santissima Vergine degli Angeli di Maracalagonis. Pinna era seduto al primo banco, in uno stato tra confusione e agitazione. Sembrava spaesato, ma sappiamo per esperienza che si tratta di un soggetto altamente imprevedibile. Vestiti in abiti civili ci siamo avvicinati con discrezione e ci ha confermato la sua identità. Al momento della cattura non ha opposto resistenza, anche se non si aspettava che arrivassimo. Parlando col parroco abbiamo saputo che era in attesa di avere un colloquio con lui". "Probabile che avesse intenzione di pentirsi di qualcosa, o che si sia reso conto di aver aggravato la sua condizione". Neutralizzato dalle forze dell'ordine, il giovane - ancora in stato confusionale - avrebbe tentato di motivare la fuga sostenendo di aver avuto bisogno di un barbiere.
"La prima impressione è che si sia trattato di una fuga non organizzata - aggiunge Mennitti - non ci sono altre persone coinvolte. Anche i familiari sono rimasti molto sorpresi dalla notizia della fuga". Pinna, difeso dall'avvocato Angelo Merlini, è stato trasferito nel carcere di Uta.