CAGLIARI. "In ginocchio, mettiti in ginocchio". Un ordine che arriva dopo una scarica di colpi: schiaffi e pugni in faccia, mentre intorno nessuno interviene ma, anzi, riprende col cellulare e prende in giro chi ha preso le botte e se ne va tra gli sbeffeggiamenti. Vetreria di Pirri, a Cagliari: scene di (purtroppo) ordinario bullismo che in questi giorni stanno rimbalzando sulla chat di Whatsapp di tanti, troppi ragazzini cagliaritani e non solo. Un copione già visto a Muravera, a ottobre dell'anno scorso.
Ma mentre in quel caso, in un video postato su Facebook, le protagoniste erano due giovani studentesse, nell'ultimo video choc i contendenti sono due minorenni. Scena classica: uno accusa l'altro di aver forse insidiato un'amica, chi viene chiamato in causa nega. parte il primo pugno, poi un altro. L'altro subisce, non reagisce. Perché non ce la fa. L'aggressore però non si tira indietro. Anzi: incitato da chi lo spalleggia ordina all'altro di mettersi in ginocchio. Quello lo fa, perché non sa come uscire dalla terribile situazione. Chiede scusa, spera che tutto finisca in fretta, E i ragazzini intorno, maschi e femmine, lo sbeffeggiano mentre raccoglie il telefono caduto durante la scarica di pugni. Nessuna solidarietà, solo la volontà di umiliare.