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Scorie nucleari in Sardegna, sindaci sul fronte del no: "L'Isola ha già dato con i poligoni"

CAGLIARI. Si allarga il fronte del "no" alle scorie nucleari in Sardegna. A meno di un mese dalla scadenza dei termini per intervenire nelle procedure di Vas (Valutazione ambientale strategiche), il presidente dell'Anci, Emiliano Deiana chiama a raccolta i sindaci del'Isola. E lo fa invitando tutti i 377 primi cittadini isolani ad approvare un ordine del giorno che dovrà essere poi sancito in una riunione plenaria in programma per i primi di settembre. "La Sardegna - si legge nella bozza - è già sottoposta all’insostenibile gravame delle servitù militari che hanno creato ingenti danni al territorio in termini di inquinamento, di danni alla salute e impatto negativo sull'economia dei territori interessati". "Un eventuale deposito di scorie nucleari - prosegue il documento - presuppone un ulteriore imposizione di servitù militari a protezione delle sito".

Anche il deputato di Unidos Mauro Pili ha lanciato un appello ai sindaci della Sardegna per sollecitarli a far sentire la propria voce al ministero dell'Ambiente entro il 13 settembre prossimo. “La Sardegna – ha scritto Pili ai sindaci - non può e non deve essere minimamente presa in considerazione nemmeno come ipotesi dai criteri per la realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. La Sardegna ha reiteratamente dichiarato la propria esplicita netta e chiara contrarietà a qualsiasi ipotesi di deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Il 15 e il 16 maggio 2011 si è svolto un referendum consultivo in Sardegna con il 97,13 per cento dei votanti che si è espresso in modo contrario alla realizzazione del deposito di scorie nucleari nell’Isola. Dai criteri per l’individuazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi deve essere esclusa la Sardegna che ha sia sul piano normativo costituzionale che popolare escluso la volontà di ospitare tale deposito nazionale dei rifiuti radioattivi per il gravoso e inaccettabile impatto sul paesaggio della Sardegna, inteso nel senso più ampio del valore del paesaggio".

"La conformazione del territorio sardo e il potenziale sviluppo turistico dell'intera isola, ancora in gran parte da valorizzare e promuovere - sottolinea il parlamentare di Unidos - sarebbero gravemente compromessi dalla possibile realizzazione di un qualsiasi deposito di scorie radioattive. Le competente primarie della Regione sul paesaggio inteso come «una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni» sono di esclusiva competenza della Regione. La Sardegna è percepita dalle popolazioni che vi abitano, ma non solo da esse, come una terra alimentata dal sole e dal mare, e questa percezione costituisce un fattore fondamentale del paesaggio. Un piano nucleare che la riguardi è dunque inaccettabile e va respinto senza ulteriori indugi”.