Sardegna Fuori Rotta

CAGLIARI. Il territorio di Vallermosa è la porta del Sulcis Iglesiente, che si estende nella zona sudoccidentale della Sardegna. I campi coltivati lasciano gradatamente il posto alla montagna e ai suoi boschi di leccio attraversati da numerosi torrenti.

Seguendo un sentiero che si inerpica sulla montagna si raggiunge un’area archeologica unica nel suo genere dove è possibile percepire l’importanza di questi luoghi per le popolazioni  che si sono stabilite qui nel tempo.

Si arriva nell’area archeologica di Matzanni a più di 700 metri d’altezza: la visuale permette di osservare da un lato il Sulcis sino ad intravedere Sant’Antioco e l’isola di San Pietro. Dall’altro si scorge in lontananza il golfo di Cagliari.

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Dopo gli scavi archeologici sono riemersi dalla storia 3 pozzi sacri di epoca nuragica e diverse capanne circolari del medesimo periodo. Il ritrovamento di ceramiche, bronzetti e monete appartenenti a diverse epoche storiche ci dicono che l’area è stata frequentata per lunghi periodi da differenti popolazioni.

Poco distante dai pozzi sacri troviamo i resti del tempio Genna Cantoni, risalente al periodo fenicio-punico. I grandi blocchi squadrati rimasti permettono di intuire la dimensione di quest’opera che domina sulla piana sottostante.

Quando il sole comincia a scomparire e gli uccelli diurni smettono di cantare e per un breve momento cala il silenzio. Appena il buio circonda l’area altri animali si svegliano, i rapaci notturni. In particolare gli assioli frequentano questi ambienti: sono tra i più piccoli rapaci notturni con un piumaggio mimetico molto difficili da vedere ma i loro vocalizzi si riconoscono facilmente e hanno ispirato scrittori e poeti. Spesso nelle stesse zone possiamo sentire la civetta e il barbagianni sardo quest’ultimo è endemico della Sardegna e insieme agli altri rapaci notturni tiene sotto controllo le popolazioni di roditori ed insetti. 

La notte regala sempre piacevoli sorprese in un isola ricca di biodiversità come la Sardegna