Storie

Nomi dei sardi morti nella Grande guerra sul nuraghe finto a Biella, no del sindaco indipendentista

Chervu

VILLANOVAFORRU. Un nuraghe finto da "decorare", morti veri da commemorare. Una prefettura (che rappresenta lo Stato) mobilitata e un sindaco indipendentista che dice no. Ingredienti e protagonisti di una vicenda sardo-italiana, all'apparenza "di plastiuca" che mischia tricolore e bandiera dei quattro mori, nel nome dei Dimonios e di chissà quale altra alchimia. 

A raccontarla è il protagonista indipendentista, il sindaco di Villanovaforru Maurizio Onnis: "Ci riprovano. La prefettura mi scrive di nuovo, invitandomi a mandare a Biella una pietra con su inciso il nome del nostro paese e il numero dei villanovesi morti nella Prima guerra mondiale. La pietra dovrebbe lastricare l’area del (falsissimo) “nuraghe Chervu”, a «testimonianza e ricordo dei sacrifici dei soldati»", spiega. 

Il "nuraghe" è quello finto realizzato in territorio piemontese dal circolo degli emigrati sardi. 

"Tra tutti i Frankenstein culturali che il mito nazionalista italiano ha creato e ancora può creare", aggiunge Onnis, "questo è senza dubbio uno dei più temerari. Con quale sprezzo della storia e della nostra intelligenza si può falsificare la monumentalità nuragica e poi mischiarla addirittura alla Grande guerra? Così, come niente: il secondo millennio prima di Cristo e il secondo dopo Cristo, pescando dove capita, in un accrocco buono solo per oscurare le menti"

Spero che, tra i sindaci, anche i più accesi sostenitori dell’italianità della Sardegna, auspica Onnis,  "si sottraggano a questo obbrobrio".