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Pula, giovane malato di Sla va in Svizzera per il suicidio assistito: un applauso per l'addio

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PULA. Rotatoria di via Montesanto, Pula, ore 8,10 del 2 marzo 2021. Un gruppo di persone attende in silenzio. Passano due auto. Sulla prima c'è Roberto Sanna, giovane pulese che nemmeno un anno fa ha scoperto di avere la Sla. Quello di oggi è il suo ultimo viaggio: è diretto in Svizzera, per un suicidio assistito. Alza lo sguardo, attraverso il  finestrino si vede che annuisce.  A bordo della vettura che segue  c'è la madre, col capo chino. Il silenzio è rotto da un applauso. Breve, commosso.

Quello degli amici, di chi conosce questo giovane che ha fatto una scelta tenuta riservata fino all'ultimo. Che ieri è diventata di dominio pubblico dopo che, sulla chat dei commercianti del paese, è stata comunicata l'intenzione di organizzare un flash mob per  salutare, un'ultima volta,  un pulese che, per scelta, ha deciso di farla finita. 

La malattia che lo ha colpito è degenerata rapidamente. E l'unica strada percorribile, questa la decisione maturata nella mente di Roberto Sanna, è diventata quella che porta alla fine. Il viaggio iniziato stamattina portava all'aeroporto, per essere imbarcato e arrivare alla clinica Svizzera dove il suicidio assistito è legale. Bisogna valicare il confine, perché l'Italia non si è dotata di una legge sul fine vita: lo Stato è inadempiente. 

La notizia è arrivata anche alla sindaca di Pula, Carla Medau. Che questa  mattina era lì, tra la gente: "Volevo portare il saluto commosso di tutta la comunità pulese", spiega, senza voler entrare nel merito delle scelte. "Solo il tempo ci farà comprendere una decisione così insondabile".