Storie

"Stavo facendo i compiti e faticavo a respirare, poi la corsa in ambulanza verso il Santissima"

NICOLA-ABIS

CAGLIARI. "Stavo provando a fare qualche compito e inizio a sentire fatica a respirare: la voglia di cercare aria sempre più infinita". A raccontare il suo calvario contro il Covid è un 16enne cagliaritano, Nicola Abis, che affida a un lungo post sui social tutta la storia, per filo e per segno, dal giorno della scoperta dei primi sintomi alla corsa in ambulanza in codice rosso. La sua, per fortuna, è una storia a lieto fine, ma ci ricorda che il virus non guarda in faccia nessuno e purtroppo a volte colpisce anche i più giovani.

Ecco il suo racconto integrale.

Sono passati esattamente 68 giorni da quel famoso giorno che inizialmente mi mise di fronte all’ansia ma allo stesso tempo voglia di non pensarci?! No, non è così, ci pensi eccome. Gli studi dicono che solo il 20% delle persone che inizialmente sono asintomatiche continuano ad esserlo fino a sconfiggere il virus, mentre il restante 80% nonostante l’iniziale asintomatismo dopo sviluppa i sintomi. Purtroppo a me sono arrivati direttamente il primo giorno (per non farci mancare niente) ed ero fiducioso riguardo il fatto che potesse essere solo una casualità e che fosse una semplice febbre, con qualche dolorino e un po’ di mal di gola. E invece no, forse era una realtà talmente lontana, che non credi per nessun motivo di doverci avere a che fare, ma che quando ti si catapulta addosso perché il messo in causa sei tu, ti capovolge completamente in poco tempo. Primo tampone fatto dopo due giorni, 17 ottobre ore 16. Mercoledì 21 ottobre il risultato: Negativo. Beh che dire, ero felice no? No, non ero felice, perché stavo male e sapevo che era uno scherzo forse, invece no non era neanche uno scherzo ma era una realtà. Era chiaramente un falso negativo, considerato il fatto che su 100 tamponi che dovrebbero risultare positivi, 3 di questi risultano negativi a causa di vari errori. Non ho creduto nemmeno per un secondo a questo esito, perché posso assicurare a chiunque che questa “influenza un po’ più forte” non esiste, perché non è solo questo. La febbre è normale? No, non è febbre normale perché nel giro di 10 minuti cambia anche di 2/3 gradi e ti causa malumore prima di tutto, ma anche una spossatezza smisurata. Poi vabbè dai qualche semplice dolorino; no, non un semplice dolorino ma bensì dei forti ma forti dolori, la schiena sopratutto, nei fianchi e nelle spalle, per non citare le gambe, che erano come un fuoco acceso che nemmeno tonnellate d’acqua riuscivano a spegnere. Quindi molti cambiamenti a livello di umore e dolori, che a momenti nemmeno avevo, però fino a qua in un certo qual modo era tutto abbastanza sopportabile. Visto quel primo esito, c’era chi mi diceva di stare tranquillo e di riprendere una vita normale senza stare chiuso in casa e mangiare in camera mia, o mettere la mascherina e igienizzare bene le mani per passare in spazi comuni; non mi sono mai fidato di tutto questo e ho continuato la mia quarantena. Il 25 ottobre un’altro tampone, alle 15. Due giorni dopo, il 27, alle 7:23 del mattino compare il mio esito nel fascicolo sanitario. Non ero ottimista, perché sapevo quello che sentivo. Il tampone è risultato positivo a tutti e tre i geni, e per un attimo (che forse un attimo non era) mi è crollato il mondo addosso, nonostante sapessi quasi certamente quale sarebbe stato l’esito di quel maledetto tampone. Alla fine ho continuato a fare quello che ormai da 13 giorni stavo facendo, sperando che solo il tempo avrebbe potuto curare questa cosa senza complicanze ulteriori.
29 ottobre, ore 18:30.
Ero seduto in una sedia cercando di rimettermi in moto con la scuola, stavo provando a fare qualche compito e cercare il modo per distrarmi dal pensiero che mi teneva incatenato. Mi sento un qualcosa di strano, nel petto, come se in poco tempo il mio sterno si fosse attaccato alla colonna. Inizio a sentire fatica a respirare. Molta molta ansia, ma l’unica cosa positiva oltre a me stesso, era che almeno coricato nel letto la fatica si attenuava e quindi riuscivo a dormire bene o male. Il vero problema arrivò il giorno dopo, venerdì 30 ottobre, quando davvero la mia fatica stava andando a farsi benedire. Respiro cortissimo, ansia a non finire e la voglia di cercare aria sempre più infinita. Arriva il momento di chiamare i soccorsi, il 118, perché la situazione stava degenerando. La mia ansia era assoluta, e non riuscivo chiaramente a farmela passare, perché anche quella rientra in gioco. Una volta salito in ambulanza, catapultato in una situazione mai vissuta, con i volontari vestiti con quelle tute bianche, le sirene dell’ambulanza che mi rendevano sempre più ansioso, e quei valori nell’ossimetro che non andavano bene. Arrivo in ospedale in codice rosso, al Santissima Trinità. Dopo aver fatto prelievi, vari test e la Tac, trovo un letto anche per me, visto che in quei giorni c’era il problema di tutti i reparti pieni. Mi attaccano all’ossigeno e quella è stata la mia salvezza. I miei valori si sono stabiliti in poco tempo e fortunatamente il mio fisico ha reagito nei dovuti modi. Vedere con i tuoi occhi delle realtà che puoi vedere solo in televisione ti rende tutto molto strano, non sono mai riuscito a realizzare in che modo fossi arrivato a quel punto e sopratutto in quel punto. Ero allibito, pensavo che grazie alla mia età avrei superato questa cosa abbastanza facilmente, ma ho provato e avuto la dimostrazione che in questi casi l’età è l’ultima cosa che conta è non puoi utilizzarla come un mezzo di speranza. La notte non dormivo perché i pensieri erano tanti, troppi. I medici passavano ogni 3/4 ore a prendere i parametri, che miglioravano sempre di più fortunatamente.
Il mio rientro a casa non è stato dei migliori, vista la debolezza che era davvero infinita. Ma finalmente ero tornato dove ero circondato da delle persone, e non delle persone qualsiasi. Dopo un giorno dal mio rientro a casa, passo un’altro sintomo che non poteva mancare all’appello: perdita del gusto. Toglietemi tutto, ma non il mangiare. E vabbè ho dovuto sopportare questa cosa fastidiosissima che è durata non troppo, solo 3/4 giorni. Non ricordo quando ho fatto l’ultimo tampone, ma più o meno il 10/11 novembre. Il risultato il 15 ottobre: Negativo. In questo caso ne ero sicuro, era sconfitto. E se è successo e solo grazie a tutte le persone che mi sono state intorno e mi hanno sostenuto per tutto questo periodo e non solo.