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Il rischio di un'estate senza aria condizionata per colpa del coronavirus

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CAGLIARI. Distanziati, con la mascherina, e pure al caldo: potrebbe esserci questo - come minimo - nel futuro degli italiani quando la Fase 2 entrerà nella stagione estiva. Perché si sta facendo sempre più largo la tesi per cui il coronavirus venga veicolato attraverso le correnti generate dagli impianti di aria condizionata. Meglio: l'infezione viaggia sulle goccioline che eventualmente partono da un soggetto contagiato (da uno starnuto, per esempio). E la ventilazione ne favorisce la dispersione. 

A supporto di questa tesi, che è ancora tutta da valutare, arriva anche uno studio cinese che sarà pubblicato a luglio in Emerging Infectious Diseases, una rivista pubblicata dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) Usa: dimostrerebbe che alcuni clienti di un ristorante sono stati infettati a causa della presenza nel locale di un asintomatico. E sarebbe successo davvero a gennaio, in  un ristorante di Guangzhou, in Cina. Un contagiato senza sintomi avrebbe infettato nove commensali. In tutto nella sala erano presenti 73 persone, più i camerieri. Di questi ultimi nessuno è risultato positivo, mentre il coronavirus ha colpito le persone allo stesso tavolo e quelle che sedevano in uno dei tavoli vicini, sulla linea del condizionatore. Tutto in una stanza senza finestre.