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Neonati annegati in Libia, razzisti e complottisti scatenati sul web: "Hanno la pelle bianca?"

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CAGLIARI. Nemmeno la morte di tre bambini ferma gli odiatori del web. Nel naufragio di ieri davanti alle coste libiche hanno perso la vita circa 100 migranti. Tra loro tre neonati, due marocchini e un egiziano. Le foto del recupero dei loro cadaveri hanno di nuovo fatto il giro del mondo, attraverso i social network.

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I razzisti si sono scatenati: "Meglio, da grandi sarebbero diventato degli spacciatori qui da noi in Italia". Il tenore di molti commenti è questo. Mentre c'è chi mette in dubbio anche la veridicità della notizia. Come l'autore del montaggio col quale si vorrebbe dimostrare che quei bambini in realtà non sono morti perché avrebbero la pelle bianca mentre gli occupanti del gommone avevano tutti la pelle nera. Roba da cloaca di internet. 

Intanto dalla Ong Open Arms arrivano pesanti accuse dall'Italia. In un video postato dall'europarlamentare Javi Lopez, che sta viaggiano  a bordo dell'imbarcazione, il fondatore dell'organizzazione Oscar Camps accusa l'Italia: "Cento persone sono morte", attacca. "ma la guardia costiera libica e l'Italia non ci hanno autorizzato ad agire". 

In casa, invece, sembrava essersi incrinato il fronte della durezza innalzato da Matteo Salvini, che vuole tenete chiusi i porti per le navi non battenti bandiera italiana che viaggiano nel Mediterraneo cariche di naufraghi. Il presidente della Camera Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle,  ne ha lodato le azioni durante una visita al centro di prima accoglienza di Pozzallo: Quando si parla di Ong bisogna capire cosa si vuole intendere. Fanno un lavoro straordinario". E ancora: "L'inchiesta di Palermo archiviata, quella di Catania non ha cavato un ragno dal buco. Quindi bisogna capire bene di chi si parla e chi le finanzia, se non si fa cattiva informazione. Le Ong nel Mediterraneo hanno salvato i migranti". Riguardo alla situazione nell'hotspot, Fico ha ribadito: "Le ong che hanno lavorato qui a Pozzallo hanno fatto lavoro straordinario, me lo hanno confermato il questore, il sindaco e la prefettura". Ma a ricucire il rischio di uno strappo ci pensa il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio: "Fico parla a titolo personale". E Salvini non arretra di un millimetro.