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CAGLIARI. La Corea del Nord prosegue nella realizzazione del missile balistico intercontinentale che potrebbe andare a colpire gli Stati Uniti.
A riferirlo ieri è stato il presidente della Corea del Sud Lee Jae-myung nel resoconto dei media di Seul. "Sia per ottenere influenza nei colloqui con gli Stati Uniti, sia per rafforzare il proprio regime, la Corea del Nord ha continuato a sviluppare missili balistici intercontinentali in grado di trasportare ordigni nucleari fino a raggiungere gli Usa", ha affermato Lee, secondo cui Pyongyang "non sembra esserci ancora riuscita, ma si dice che sia nella fase finale, con solo la tecnologia di rientro irrisolta. Ma anche questo nodo è probabile possa essere sciolto".
Kim Jon-un non vorrebbe in alcun modo rinunciare alla costruzione di un proprio arsenale nucleare. In merito a questo Seul e gli alleati occidentali non sarebbero riusciti ad arginare il pericolo del programma di armamenti. Lee, arrivato a giugno, ha subito tentato di allentare la tensione all’altezza del 38/mo parallelo e ha commentato che "l'obiettivo dovrebbe essere quello di congelare lo sviluppo nucleare e dei missili intercontinentali, e le esportazioni. Interrompere l'ulteriore produzione e sviluppo di armi nucleari porterebbe "importanti vantaggi in termini di sicurezza".
Secondo il presidente sudcoreano il Nord sta producendo materiale missile sufficiente per "circa 15-20 bombe nucleari aggiuntive ogni anno. Senza un pronto intervento, il numero di ordigni continuerebbe a crescere e i suoi missili balistici intercontinentali diventerebbero più avanzati". Tuttavia Kim ha dichiarato all'inizio della settimana di essere disponibile a colloqui con Washington, ma solo se potrà mantenere le sue armi nucleari, secondo l'agenzia di stampa ufficiale Kcna.