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Il figlio di Grillo accusato di stupro, parla la ragazza: “Mi hanno violentata tutti”

 

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ARZACHENA. Parla la ragazza “Silvia”, nome di fantasia, 19 anni italo-svedese, che accusa Ciro, il figlio di Beppe Grillo, di averla violentata in Sardegna insieme ai suoi amici (QUI LA NOTIZIA). 

Il quotidiano La Stampa ha riportato alcuni stralci della sua testimonianza. 

La giovane accusa Ciro Grillo e i suoi amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria di stupro di gruppo. 

Il 17 luglio 2019 alle 14.45 Silvia si sveglia intontita e in lacrime, nel soggiorno della villetta di Grillo a Porto Cervo, e racconta alla sua amica Roberta (nome di fantasia) di essere stata violentata. 

Silvia dice di essere andata la Billionaire insieme all’amica la notte precedente dove avrebbe conosciuto i quattro ragazzi genovesi, al tavolo prenotato da Ciro Grillo. Dopo alcuni balli dai verbali emerge che ci sarebbe stato un bacio tra Ciro e Silvia, niente di più.

Poi dopo la serata in discoteca i giovani vanno tutti a casa di Grillo dove Silvia racconta di essere stata prima stuprata da Francesco Corsiglia. Quest’ultimo sarebbe andato con lei a prendere delle coperte in un’altra stanza dove avrebbe tentato un approccio sessuale contro la sua volontà.

L’avrebbe prima sbattuta sul letto e baciata sulla bocca. Poi una volta che Roberta si era addormenta sul divano in pochi minuti, la situazione sarebbe degenerata.

Corsiglia avrebbe accompagnato Silvia in camera, la ragazza gli avrebbe chiesto di andare via più volte, ma Corsiglia “la costringe a un rapporto completo. Lei cerca di liberarsi”. 

Nel frattempo gli altri sarebbero rimasti a guardare sull’uscio della porta, bloccando l’uscita. 

“Chi rideva. Chi commentava. Silvia è fisicamente più debole, i giovani sono tutti ben palestrati”. 

Poi la giovane sarebbe riuscita a liberarsi e rifugiarsi in bagno, dove però Corsiglia la raggiunge. 

“Spingendola di spalle nel box doccia per un altro rapporto contro volontà. Lei piange in bagno. Lauria e Capitta le chiedono perché ma lei non risponde. Proprio quest’ultimo le chiede di dormire insieme ma lei si rifiuta e cerca di svegliare l’amica per andarsene”.

Il peggio sarebbe arrivato il mattino dopo quando Silvia vuole prendere un taxi, ma i giovani la convincono a rimanere a casa. Alle 9 del mattino racconta agli altri, piangendo, quello che è successo con Francesco: “Mi ha fatto del male e voi non siete intervenuti”.

Poi secondo il racconto, la costringono a bere della vodka tenendola per i capelli. Lei racconta di non capire più nulla in preda all’alcol. A quel punto Lauria l’avrebbe invitata “a dormire in camera matrimoniale” dove gli altri la raggiungono, le vanno addosso sul letto ubriachi, la violentano a turno e insieme fino a quando perde conoscenza. 

Al risveglio alle 14.45 Roberta racconta che trova l’amica paralizzata dalla paura e che “c’era del mutismo da parte di tutti”.

Le due ragazze tornano in taxi ad Arzachena, dove Silvia vuole andare in farmacia a comprare la pillola del giorno dopo, visto che i ragazzi non avevano usato precauzioni. 

Il 19 luglio arrivano in Costa Smeralda i genitori di Silvia. La giovane scoppia a piangere e racconta tutto: “Mamma, mi hanno violentato”. Nel frattempo, secondo quanto riporta la Stampa, i tre giovani si mandavano messaggi finiti nell’inchiesta. “Ho paura che quella ci ha denunciato”. Poi “3 vs 1”, scrive un altro.