Italia e mondo

Quando il Cts diceva: "Giornate schematiche per i bambini durante il lockdown"

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CAGLIARI. Chi ha figli lo sa: la gestione dei bambini durante il lungo periodo di cattività del lockdown per l'epidemia di coronavirus non è stata semplice. Scuole chiuse, niente aria aperta, attività limitate. E il pericolo di pesanti conseguenze psicologiche causate dalla "prigionia" difficile da spiegare.

A loro, ai più piccoli, aveva pensato il Comitato tecnico scientifico che forniva i pareri sulla base dei quali il governo adottava decisioni (più o meno drastiche, imposte dalla situazione). 

Le "raccomandazioni per i bambini"  sono contenute nel verbale della riunione del Cts del 30 marzo, pubblicato online da questa mattina (QUI IL VERBALE DELLA RIUNIONE CHE HA PORTATO AL LOCKDOWN). L'Italia era stata chiusa da tre settimane e gli esperti consigliavano di organizzare le giornate per loro, in maniera schematica. Il Cts diceva anche che non bisognava abbandonarli di fronte alla Tv e, soprattutto, di non far loro vedere solo programmi legati al coronavirus (anche se non si parlava d'altro).

I bambini dovevano riordinare, coltivare un hobby, imp,arare a cucinare o a mangiare certe pietanze, potevano essere portati a fare la spesa e praticare attività motoria almeno una volta al giorno (in casa e con la finestra aperta). Certo, di passaggio vengono citate anche le "attività scolastiche". Per chiudere la giornata con un "raccontiamoci": a letto, una favola da ascoltare o una lettura. 

Indicazioni messe nero su bianco. Di tutto questo, però, non si è sentito niente durante le conferenze stampa in diretta, dalla presidenza del consiglio in giù. 

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