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CAGLIARI. Gabriele Catta ha completato la sua impresa a sostegno dei bimbi ammalati: 21 Ironman in 21 giorni, un’impresa al limite dell’umano, costruita giorno dopo giorno con determinazione, coraggio e spirito di squadra.
La sfida è stata ideata con l’obiettivo di sostenere i bambini ammalati attraverso una raccolta fondi a favore delle associazioni Abos e Admiss.
È terminata sabato notte, tra abbracci, applausi e qualche lacrima di commozione l’incredibile avventura di Gabriele Catta, giovane atleta e studente universitario che ha portato a termine una delle sfide più estreme mai tentate: un’impresa al limite dell’umano, costruita giorno dopo giorno con determinazione, coraggio e spirito di squadra. Accanto a lui, per tutta la durata della prova, un team affiatato composto da medici, nutrizionisti, preparatori atletici e la compagna Alessia, che ha condiviso ogni passo del progetto.
La prova quotidiana ha rispettato le distanze ufficiali del triathlon Ironman:
3,8 km di nuoto
180 km in bicicletta
42,2 km di corsa
Al termine delle tre settimane, il bilancio è impressionante: 79,8 km a nuoto, 3.780 km in bicicletta e 886,2 km di corsa. Numeri da capogiro, che raccontano più di ogni parola la portata di questo sforzo fisico e mentale.
Ma il cuore del progetto non è solo sportivo. L’impresa di Gabriele ha avuto un forte scopo benefico e sociale, puntando i riflettori su due realtà che operano nel supporto a chi affronta ogni giorno difficoltà invisibili:
Abos – Associazione Bambino in Ospedale Sardegna, al fianco dei piccoli pazienti nei reparti pediatrici;
Admiss, associazione impegnata nell’assistenza a famiglie e persone con disabilità o in condizioni di disagio.
Catta, iscritto al corso di laurea in Scienze Tecniche e Didattiche dello Sport, ha spiegato con emozione il senso profondo dell’iniziativa: “È stata un’esperienza che ci ha cambiato per sempre. Abbiamo corso per chi non può, per dare voce a chi troppo spesso resta invisibile. Ringrazio ogni persona che ci ha sostenuti, da vicino e da lontano”.
Durante tutto il progetto, Gabriele è stato seguito e incoraggiato da centinaia di persone, tra curiosi, amici e appassionati di sport, che hanno accompagnato ogni tappa con entusiasmo e partecipazione, contribuendo a rendere l’impresa un simbolo di resilienza, solidarietà e speranza.
Il traguardo è stato tagliato, ma la sfida solidale continua. "La raccolta fondi per Abos Admiss è ancora attiva: chi volesse contribuire può farlo attraverso i canali social ufficiali dell’atleta", fa sapere l'atleta con una nota.