Seguici anche sul nostro canale Whatsapp
CAGLIARI. “La Sardegna continua a rimanere indietro, senza una regia chiara e con responsabilità frammentate tra Comuni, aziende e istituzioni”. È quanto evidenziato oggi dalla Fit Cisl in un comunicato sulla gestione dei rifiuti in Sardegna, diventata, a detta del sindacato, "insostenibile". "I problemi, comuni a tutto il territorio regionale, non si risolvono con interventi tampone o appelli generici al senso civico, ma solo con scelte strutturali e coraggiose”.
Per Claudia Camedda e Gianluca Langiu, segretaria generale e segretario regionale del sindacato “la chiave è una sola: l’istituzione e la piena operatività degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO). È questa la condizione imprescindibile per passare da un sistema caotico e frammentato a un modello moderno, efficiente e sostenibile”.
Oggi – denuncia il sindacato - ogni Comune gestisce il servizio in modo autonomo, con modelli differenti, impianti spesso insufficienti e nessun coordinamento centrale. Il risultato è che i cittadini pagano tariffe elevate per servizi che non garantiscono standard adeguati, i lavoratori operano in condizioni difficili e l’ambiente è sempre più compromesso”.
Per quanto riguarda la formazione dei lavoratori del settore è indispensabile – sostengono i segretari – “investire su formazione, sicurezza e organici adeguati a sostenere chi, in prima linea, si occupa di igiene ambientale e tutela del territorio”.
La richiesta da parte di Fit Cisl alla Regione e all’Anci Sardegna è di “assumersi finalmente le proprie responsabilità e di convocare un tavolo permanente con Comuni, aziende e organizzazioni sindacali”. “È urgente approvare – conclude il sindacato – un Piano regionale dei Rifiuti aggiornato e vincolante, istituire e rendere operativi gli ATO definendo un modello unico, stabile ed efficiente di gestione dei servizi”.