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CAGLIARI. Nel 2024 Ichnusa ha lanciato una campagna dal messaggio chiaro e provocatorio: “Se deve finire così, non beveteci nemmeno”, rivolta contro l’abbandono del vetro nell’ambiente. Un’iniziativa che, come confermato da Valentina Basciu, presidente di Legambiente Sardegna, “nasce da anni di impegno del birrificio Ichnusa per il rispetto della sua isola” e che quest’anno si è evoluta in un progetto artistico e sociale sorprendente.
L’idea è stata tanto semplice quanto potente: recuperare le bottiglie abbandonate, sanificarle e trasformarle in vere e proprie opere d’arte grazie all’intervento di sei muralisti sardi. Le bottiglie così rinascono, diventano simboli di rispetto per l’ambiente e, successivamente, protagoniste di un’asta benefica a sostegno della cultura del rispetto.
Arte e rifiuti: una combinazione che fa riflettere
Alla domanda su come sia nata l’idea di trasformare bottiglie abbandonate in oggetti artistici, Basciu risponde: “Da anni Ichnusa ha un obiettivo: il rispetto per la sua Sardegna. Una missione di grande valore, che il birrificio porta avanti attraverso campagne di sensibilizzazione rivolte all’intera comunità e azioni concrete per far sì che l’isola resti un paradiso".
La campagna si è così rinnovata nel 2025, con un’ulteriore evoluzione: “Porta con sé la decisione di dare una ‘seconda vita’ alle bottiglie di vetro abbandonate, rendendole simboli del nostro rispetto per l’ambiente. Dopo averle raccolte e sanificate, Ichnusa le ha affidate a 6 muralisti sardi, selezionati in collaborazione con Urban Center”
Gli artisti coinvolti – Maurizio Brocca, Chiara Foddis, Marinetti, Teresa Podda, SARDOMUTO e Stella Ziantoni – hanno decorato quindici bottiglie, trasformandole in pezzi unici e carichi di significato. “Gli artistti hanno decorato le quindici bottiglie rendendole pezzi unici che ci sono stati donati.”
Un’asta per cambiare le abitudini
Ma l’aspetto più concreto del progetto è senza dubbio l’asta benefica online su eBay, il cui obiettivo, come spiega Basciu, è duplice: sensibilizzare e finanziare.
“Anche l’asta è funzionale al raggiungimento degli obiettivi della campagna: responsabilizzare le persone perché assumano i comportamenti corretti nei confronti dei rifiuti – reali o potenziali – e dell’ambiente.”
Attraverso questo gesto simbolico, l’arte si fa strumento educativo, spingendo verso una presa di coscienza collettiva.
“I nostri eventi di raccolta, gli stessi da cui provengono le bottiglie decorate, chiamano le persone a piccoli gesti quotidiani di cura del bene comune, che vanno dal dare nuova vita agli oggetti prima di buttarli, a differenziare correttamente i rifiuti, sino a raccoglierli quando sono stati abbandonati creando degrado.”
Quanto ai fondi raccolti, Legambiente ha già un piano chiaro: “L’efficacia del messaggio veicolato da rifiuti trasformati in opere d’arte ci ha portate a destinare l’introito dell’asta a un’operazione analoga a quella fatta con le bottiglie, che vedrà però come protagonisti i rifiuti spiaggiati raccolti nella prossima campagna di monitoraggio del beach litter.”
Una risposta che va oltre i confini regionali
Il progetto ha trovato una risposta calorosa non solo nella comunità sarda ma in tutta Italia. “L’iniziativa trova eco negli italiani, che dimostrano di apprezzare quando alle bottiglie di vetro viene data una vita nuova.”
Secondo i dati condivisi da Legambiente, "più di 3 su 4 (78%) affermano di avere in casa oggetti nati grazie al riutilizzo di bottiglie. Tra le motivazioni, oltre la metà (56%) considera il riutilizzo una soluzione funzionale per ridurre la produzione di rifiuti, mentre il 31% apprezza l’aspetto estetico e artistico di tali oggetti.”
Un apprezzamento che si è tradotto in risultati concreti: “Siamo molto felici di annunciare che tutte le 15 bottiglie messe all’asta abbiano trovato il loro acquirente, e ci è stata offerta di conseguenza l’opportunità di raccogliere fondi per promuovere importanti azioni a sostegno della cultura del rispetto.”
E non finisce qui. “Già quest’anno, a differenza da quello passato, la campagna si è estesa fuori dai confini regionali con 2 eventi di raccolta realizzati a Bologna e Milano, dove in zona Navigli ha trovato spazio l’affissione dell’opera ‘Polpo a rendere’, di SARDOMUTO, già rappresentata su una delle bottiglie all’asta e a Quartu Sant’Elena in forma di murale.”
Una nuova cultura del rispetto
Ciò che questo progetto dimostra è che anche i rifiuti possono avere valore. Se trasformati con creatività e visione, possono diventare veicoli di messaggi potenti, capaci di stimolare coscienze e azioni.
Dalle spiagge alla rete, dalle mani degli artisti ai cittadini, la Sardegna mostra al resto d’Italia – e forse anche all’Europa – che la lotta all’abbandono dei rifiuti può essere anche un atto di bellezza.