In Sardegna

Farmacisti contro Federfarma: "In Sardegna 2mila lavoratori attendono il contratto nazionale"

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CAGLIARI. Si mobilita il mondo dei farmacisti e delle farmaciste contro la Federfarma che continua a negare il rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto l’anno scorso, nonostante la piattaforma unitaria presentata dai sindacati. “In Sardegna sono oltre duemila i lavoratori e le lavoratrici che attendono di veder riconosciuto il proprio lavoro” denuncia la segretaria regionale Filcams Cgil Nella Milazzo sottolineando che “con la riforma sanitaria e l’introduzione di nuovi servizi il farmacista collaboratore è caricato di ulteriori mansioni, eppure, a fronte di queste nuove responsabilità, l’associazione datoriale si ostina a rifiutare un miglioramento delle condizioni economiche e contrattuali”.

La settimana che si apre oggi sarà importante per la vertenza perché verrà calendarizzata l’assemblea nazionale di settore, nella quale verranno definite le azioni di protesta, senza escludere manifestazioni e presidi davanti alle prefetture e il coinvolgimento del ministero della Salute e delle Regioni e cittadini.

La trattativa è bloccata a causa dell’esigua proposta di aumento salariale avanzata da Federfarma e considerata irricevibile dai sindacati: “Non chiediamo la luna – avverte Nella Milazzo - ma 120 euro sono davvero un’offesa e lo dimostrano le parole del Presidente Mattarella che proprio qualche giorno fa ha detto che i salari in Italia sono inadeguati e che senza giusta retribuzione viene meno l’equità”. Questa situazione coinvolge purtroppo tanti settori e quello in cui operano i farmacisti collaboratori delle farmacia private non è esente.

La Filcams Cgil ricorda che si tratta un’attività delicata, che implica competenza clinica, aggiornamento continuo e una forte attenzione alla persona: “Il farmacista oggi si occupa di vaccini, tamponi, esami vari come l’elettrocardiogramma, e non si limita a consegnare un medicinale ma svolge un ruolo fondamentale nel garantire l’aderenza alla terapia, nel monitorare eventuali effetti indesiderati attraverso la farmacovigilanza, e nel fornire un supporto costante al paziente, chiarendo dubbi, interagendo con i medici di base e contribuendo concretamente al successo terapeutico”.

A questo si aggiunge il contesto economico fortemente compromesso dall’aumento del costo della vita e un atteggiamento ancor più irresponsabile da parte di Federfarma in un settore che sempre di più ha difficoltà a trovare personale qualificato a causa della riduzione costante del numero di laureati: “Anche questo aspetto dovrebbe far riflettere l’associazione perché dovrebbe essere fra i suoi obiettivi rendere la professione sempre più attraente”. Per farlo è indispensabile rinnovare il contratto, valorizzando le professionalità e garantendo un equo aumento salariale.