In Sardegna

Enoturismo, aprire un'attività in Sardegna è facile: la Regione approva le regole

ENO

CAGLIARI. La Giunta regionale, con una delibera proposta dall’assessore dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, di concerto con l’assessore Al Turismo, Gianni Chessa, ha approvato nel corso dell’ultima seduta le direttive di attuazione per la disciplina dell’enoturismo in Sardegna, secondo quanto disposto dalla legge regionale 12 del 2021.

“Un provvedimento importante – commentano i due assessori – per valorizzare le produzioni vitivinicole del territorio, qualificare l’accoglienza nell’ambito di un’offerta turistica integrata e promuovere l’enoturismo quale forma di turismo dotata di specifica identità”.

“Nell’enoturismo – spiegano i due esponenti della Giunta Solinas - rientrano tutte quelle attività finalizzate ad accrescere la conoscenza degli ecosistemi vitivinicoli della Sardegna e svolte nei luoghi di produzione con visite guidate ai vigneti e alle cantine nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili per la coltivazione della vite. Inoltre sono comprese tutte le iniziative di carattere didattico, culturale e ricreativo, svolte nelle cantine e nei vigneti, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vitivinicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti”.

Per avviare le attività sono previste procedure snelle. Con un successivo decreto dell’assessore dell’Agricoltura verrà adottato il modello semplificato di segnalazione certificata di inizio attività (Scia) la cui presentazione allo Sportello unico per le attività produttive, edilizie e per le autorizzazioni energetiche (Suapee) competente per territorio consentirà, in procedimento di autocertificazione a 0 giorni, l’inizio dell’attività.

“L’enoturismo può rappresentare un’importante opportunità per orientare flussi turistici, non necessariamente stagionali né tantomeno legati alle zone costiere. Le attività enoturistiche possono poi costituire un’interessante opportunità commerciale per tutti i prodotti locali, non solo enogastronomici, ma anche artigianali tipici della tradizione agropastorale isolana”, concludono gli assessori Murgia e Chessa.