CAGLIARI. Oltre 300 vittime di una maxi-truffa su abbonamenti a riviste sulle forze dell’ordine, ma non edite ufficialmente dagli organi di polizia. È quanto scoperto dalla Polizia postale della Sardegna, che ha condotto un’operazione che ha portato alla denuncia di 46 persone - di cui nessuna nell’isola - per i reati di estorsione, riciclaggio, sostituzione di persona, molestie e disturbo alle persone.
Un giro d’affari di oltre tre milioni di euro, con circa 8 mila contatti con le vittime, 13 società fittizie identificate e 78 rapporti bancari. Come spiegato dalla dottoressa Anna Maria Mazziotto, dirigente del compartimento regionale della Polizia postale, l’operazione è “partita dalla denuncia di un sacerdote della provincia di Cagliari, vessato da richieste di somme di denaro. Gli sono stati chiesti 2.900 euro, da lui regolarmente pagati per paura. Si è insospettito dal modus operandi usato dall’organizzazione, che stampava queste testate in una tipografia di Bari. Tre call center abusivi, situati tra Milano e Monza, lavoravano alacremente per fare telefonate e, soprattutto, minacciare i clienti per recuperare le somme. Abbiamo rintracciato una quindicina di vittime nella sola Sardegna, da cui è partito tutto”. All’alba dell’11 ottobre sono scattate le perquisizioni grazie al personale della Polizia postale di Cagliari, Milano, Bari, Reggio Calabria e Perugia.
#Cagliari oltre 300 le vittime di una truffa sugli abbonamenti alle riviste delle Forze di Polizia #Poliziapostale https://t.co/rjPLNidEum pic.twitter.com/i7fseZUZWF
— Polizia di Stato (@poliziadistato) 14 ottobre 2017Il modus operandi dei gruppi criminali era chiaro: il tutto iniziava dagli abbonamenti a testate fasulle, successivamente si creava una banca dati con i clienti. Il tono della telefonata era piuttosto importante, dove l’operatore si spacciava come “l’avvocato Fumagalli”, che parlava con tono molto attivo e persuasivo. “Il sacerdote - spiega ancora la dirigente - era terrorizzato ogni volta che squillava il cellulare”. Plaude all’operazione il questore di Cagliari, Pierluigi D’Angelo: “È stata un’operazione un po’ particolare. Una maxi truffa ai danni di cittadini ignari, convinti di abbonarsi a riviste delle Forze dell’ordine. C’era un’organizzazione, con riflessi in campo nazionale: grazie all’indagine condotta dalla dottoressa Mazziotto è stata sgominata la banda, con un giro d’affari di circa tre milioni di euro. L’organizzazione era in grado di costringere a pagare somme ingentissime con operazioni di recupero crediti, come il caso dei 130 mila euro pagati da una delle vittime, minacciate da sedicenti avvocati. Il presupposto della truffa andava a minare il senso di fiducia dei cittadini nei confronti delle forze dell’ordine, con testate fasulle”.