CALA GONONE. Una serata per veri appassionati quella di venerdì 21 luglio per il Cala Gonone Jazz Festival. In un teatro comunale gremito ed esultante, Mike Stern, Randy Brecker, Teymur Phell al basso e Lenny White alla batteria, si sono cimentati in repertorio che ha fatto la storia del fusion, eseguendo brani di entrambi i compositori e variazioni sul tema che hanno lasciato a tutti i musicisti la possibilità di esibirsi anche in assoli che - per la gioia degli estimatori e dei presenti - sono stati vere e proprie orchestre.
Una nota di approvazione e lode, senza nulla togliere ai mostri sacri Brecker e Stern, va al basso ai sei corde di Phell, non solo accompagnamento bensì coprotagonista in un gioco di sovrapposizioni, scambi e confronti. Stesso discorso per White, potente e brillante nell’improvvisazione che ha saputo creare una rottura strabiliante durante i ritmi frenetici durante una serie di rimbalzi per un brano irripetibile e indimenticabile. Un ensemble rodato, ben assortito, sregolato, eppure fedelissimo ad una concezione di fare musica e utilizzarla come veicolo di significati e ideali. Non servono parole: le sfumature, il temperamento e la geniale sregolatezza danno accesso alla mente e allo spirito senza superflui intermediari.
Sabato mattina, le Grotte del Bue Marino sono state il fondale perfetto per il progetto “Rumì” di Luisa Cottifogli in duo con il chitarrista Daniele. Racconti dall’Emilia Romagna del Romeo leggendario delle pianure tra proiezioni sulla pietra calcarea, recital in dialetto romagnolo e sperimentazioni vocali ipnotiche ed evocative. In serata, a partire dalle 21:30, al teatro comunale si è esibito il chitarrista country-blues Bill Frisell, mentre la notte è continuata sulla spiaggia centrale con la contrabbassista Linda Oh e la band tributo ai Pink Floyd, Signs of Life.