BRIANÇON. Secondo giorno sulle Alpi per il Tour de France. Dopo il Galibier nella tappa di ieri, oggi la corsa tocca un'altra montagna leggendaria: l'Izoard. Per la prima volta nella storia della Grande Boucle il traguardo di una tappa è fissato in cima ai 2360 metri dell'Izoard. Come la Croix de Fer e il Galibier, anche l'Izoard appartiene alla mitologia del ciclismo. Gino Bartali vi transitò per primo nel 1938 e nel 1948, gli anni dei suoi trionfi in maglia gialla. Nel '49 fu la volta di un esordiente Fausto Coppi toccare per primo la cima: l'Airone conquistò quella vetta che aveva fatto sua al Giro solo poche settimane prima nell'anno della consacrazione definitiva con la storica doppietta maglia rosa-maglia gialla. Mai nessuno prima di lui era riuscito nell'impresa. Di Coppi sull'Izoard campeggia una targa, accanto a quella di Louison Bobet, che da lì passo prima di tutti in due dei tre Tour da lui vinti consecutivamente, quelli del 1953 e 1954. Nel 1972 la cima viene cannibalizzata da Eddy Merckx, prossimo al quarto trionfo consecutivo al Tour su cinque complessivi.
L'ultimo italiano a transitare per primo sull'Izoard è Stefano Garzelli nel 2006. Oggi, dopo undici anni, Fabio Aru - sempre più solo senza il supporto dei compagni di squadra - potrebbe tentare di piantare il tricolore sulla seconda cima più alta del Tour. Si parte da Briançon e si arriva all'Izoard: nel mezzo 179,5 chilometri e tre gran premi della montagna. In classifica generale comanda ancora Chris Froome (Team Sky). Dietro di lui il beniamino di casa Romain Bardet (Ag2r) e l'insidioso colombiano Rigoberto Uran (Cannondale), entrambi a 27''. Segue Aru (Astana), che è chiamato a tentare l'impresa per provare a ridurre il distacco di 53'' che lo separa dalla maglia gialla. Quinto il basco Mikel Landa (Team Sky), a 1'24''. Il momento della verità è arrivato.