CAGLIARI. A più di ventiquattr'ore dalla scomparsa di Doddore Meloni, l'avvocato Cristina Puddu non si capacita ancora di quanto accaduto al suo assistito. La rabbia è tanta, tanto è il dolore. Domani mattina si svolgerà l'autopsia sul corpo del settantaquattrenne leader indipendentista, morto a causa delle complicazioni del lungo sciopero della fame e della sete intrapreso nel giorno della sua incarcerazione nel penitenziario di Massama, lo scorso 28 aprile.
A nulla erano servite le istanze di trasferimento ai domiciliari inoltrate negli ultimi due mesi da Puddu e sistematicamente respinte dall'autorità giudiziaria: si è dovuto attendere fino al 29 giugno perché a Meloni - dimagrito nel frattempo di 25 chili - fosse concesso il ricovero all'ospedale Santissima Trinità di Is Mirrionis, dove il fondatore della repubblica di Malu Entu si è spento ieri mattina.
Soltanto dopo l'autopsia Cristina Puddu si esprimerà sulla vicenda: "Stiamo valutando le azioni da intraprendere, aspettiamo i risultati dell'esame autoptico". Per i funerali di Doddore Meloni si dovrà dunque attendere il dissequestro della salma. Nel frattempo la famiglia di Meloni - la moglie e le cinque figlie - resta chiusa in un muto silenzio. Rotto solo dai tanti messaggi di cordoglio espressi in queste ore dagli amici di Doddore e dall'intera classe politica isolana.