CAGLIARI. La Città metropolitana di Cagliari è a misura di bambino - la migliore in Italia - ma non si fanno figli. Un paradosso quello che emerge dall'ultima ricerca de Il Sole 24 Ore, che ha analizzato gli indicatori sulla vivibilità in tutte le province italiane per tre fasce generazionali: bimbi, giovani e anziani.
Gli indicatori selezionati - per la fascia dei più piccoli - sono 12: tasso di fecondità, numero di pediatri, posti disponibili in asili nido e loro retta media, spazio abitativo (dimensioni delle case rispetto agli occupanti), numero di studenti per classe, accessibilità delle scuole (senza barriere fisiche), palestre e piscine nelle scuole, giardini scolastici, presenza di spazi verdi attrezzati, pratiche sportive e, infine, numeri di delitti contro i minori denunciati.
Il combinato disposto dei valori ottenuti mette la città metropolitana di Cagliari (quindi il capoluogo e altri sedici comuni) in vetta alla classifica nazionale.
Un ottimo risultato? Non tanto. Perché Cagliari svetta per numero di pediatri ogni mille abitanti tra 0 e 14 anni (sono 4,7), ma un'altra colonna, quella sul tasso di fecondità, fa capire perché ci siano così tanti professionisti a disposizione: ogni donna ha una media di 0,9 figli, il dato più basso d'Italia (assieme a Oristano). La città metropolitana ha quindi le seconde rette d'asilo più basse del Paese ed è al ventiseiesimo posto per disponibilità nelle scuole dell'infanzia, ci sono appena 20 studenti per classe in media ed è al diciassettesimo per la presenza di giardini nelle scuole, al ventottesimo per pratica dello sport tra i bambini. Buoni numeri, ma devono essere parametrati a quello centrale: nei 17 comuni considerati non si fanno figli. O quasi.
Tanto che Cagliari precipita al settantunesimo posto (su 107) quando si valuta la qualità della vita dei giovani (uno dei parametri è il numero di bar rispetto alla popolazione, quarti in classifica). Ma risale al venticinquesimo posto per la qualità dei servizi offerti agli anziani. Ed è il territorio dove l'aspettativa di vita è più alta. Con pensioni medie che si attestano al sessantacinquesimo posto in Italia.