ORISTANO. "Non soffre più". Poche parole, scritte in un post, ma tutti hanno capito: Angelo, il cane diventato simbolo della sofferenza degli incendi che hanno devastato il Montiferru e la Planargia, è morto. Il suo corpo non ha retto alle ustioni, nonostante l'amorevole impegno dei professionisti della clinica veterinaria Duemari di Oristano. Una vittima del fuoco, come altre migliaia di animali. Ma non un eroe.
La sua storia, come si dice, "ha commosso il web". Perché è passata la "favola" secondo la quale il cane fosse rimasto intrappolato tra le fiamme perché non aveva abbandonato le pecore del gregge del quale era stato messo a guardia.
Non è vero. E a dirlo è stato il veterinario che lo ha trovato: Angelo Delogu, di Suni. Che fin da subito, "visto il clamore mediatico e le boiate giornalistiche", aveva precisato: il cane "è rimasto su un muretto mentre le fiamme lo avvolgevano” , chiaramente perché la pietra non brucia il fieno, si è ha trovato riparo su un muro, dunque prima precisazione: nessuno lo ha tolto dalle fiamme, che erano già passate da qualche ora". Inoltre "mi dispiace smontare la storia romantica del cane che si è fatto bruciare per non abbandonare le sue pecore, infatti nella zona non vi era alcuna pecora, dunque potrebbe anche non essere un cane pastore".
Insomma: Angelo è morto, purtroppo. E come lui tanti altri animali, in quelle giornate infernali.